Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Stampa del 04-02-1993
La Francia nel futuro del Pinerolese
Le valli valdesi puntano Oltralpe
Rompere l'isolamento e proiettarsi in Europa. Questa parola d'ordine sta coinvolgendo sempre più le forze
sociali e politiche del Pinerolese. "Il Piemonte ce la farà a superare la crisi. Ha una società
che funziona ed è la regione d'Italia più compatibile con l'economia americana, ma la ripresa
piemontese rischia di emarginare le valli valdesi" rileva il pastore Giorgio Bouchard, presidente della
Federazione della Chiese Evangeliche in Italia, ribadendo l'antica vocazione mitteleuropea del valdismo: "Parigi
e Ginevra sono sempre state le nostre capitali culturali".
Mentre scattano questi primi segnali d'allarme, si fa largo una controtendenza: il Pinerolese, poco alla volta,
sta voltando le spalle a Torino e, superando tradizionali pregiudizi e la soggezione verso la montagna, spesso
vista unicamente come barriera, guarda alle valli con crescente interesse e si riparla di ambizioni mai
tramontate. "Il Pinerolese puntava alla pianura senza mai arrivarci, mentre, al contrario, dev'essere autonomo
da Torino, con una propria identità amministrativa, e con ciò sto pensando alla provincia alpina -
sostiene l'eurodeputato Rinaldo Bontempi -; per il futuro si tratta di lavorare alla prospettiva di un'area
integrata alpina italo-francese". I primi passi sono stati mossi con la messa a punto e il finanziamento di
alcuni progetti transfrontalieri. "Non sono che "progetti antipasto" - prosegue il parlamentare europeo-,
perché le risorse comunitarie di sostegno alla Regione ammontano a 5/600 miliardi e una quota di questi
deve venire nel Pinerolese. Si potrebbe sfruttare su scala regionale europea una struttura come Pra Catinat.
Valorizzando le risorse storiche, si potrebbe immetterle nel circuito economico, cioè nel sistema di
fruizione turistico-culturale-ambientale, pensando ad un grande ecomuseo di queste valli. Se poi a Pinerolo
riesce a prender vita un polo culturale per scienze dell'amministrazione con l'istituzione di corsi per "laurea
breve", portando in zona sapere e ricerca può nascere un tessuto più vivo di proposte".
Sarà, dunque, un futuro tutto da inventare, miscelando creatività e dinamismo, pubblico e privato.
In vallate sconvolte alle fondamenta dalla violenta crescita industriale del dopoguerra la gente dovrà
nuovamente imparare a vivere di economia integrata in chiave moderna, ma anche le grandi opere pubbliche non
sono più dilazionabili, a partire dall'autostrada e dalla variante alla statale 23, fino alla ferrovia,
che torna d'attualità ora che l'Europa progredita si sta riconvertendo al trasporto su rotaia. "Con la
fine dei Comprensori qui s'è sfaldato tutto e Pinerolo ha abdicato per anni al suo ruolo di capoluogo"
conclude Bontempi.
Angelo Taverna
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