Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Repubblica del 15-08-2001
Lo spunto dopo il soccorso di un bimbo di due anni che si era tagliato la gola giocando
Salviamo vite, ci ignorano
Il direttore del San Giovanni attacca sul budget
La suddivisione dei fondi tra le Asl del Piemonte "è fatta con criteri ragionieristici che non
tengono conto della qualità dei servizi erogati". Giovanni Rissone, direttore generale dell'Asl 4
di Torino, quella che gestisce l'ospedale Giovanni Bosco, attacca i vertici regionali: "Ci sono ospedali
che hanno 16 chirurghi vascolari e che non rispondo in casi di emergenza mentre noi interveniamo con tre
medici a supplire alle carenze altrui. I denari però vanno agli altri e noi veniamo accusati di non
tagliare a sufficienza le spese".
Occasione della nuova polemica sui (pochi) denari a disposizione delle strutture sanitarie è stata
la vicenda del piccolo Michel, il bambino di Pinerolo che lunedì sera ha rischiato la vita dopo
essersi tagliato la carotide con il vetro della porta di casa. Trasportato d'urgenza all'ospedale Edoardo
Agnelli, Michel ha avuto bisogno dell'intervento di un chirurgo vascolare. "In questi casi - spiega
Rissone - c'è una turnazione. Gli ospedali torinesi si danno il cambio per garantire la presenza
degli specialisti. Ma lunedì sera l'ospedale di turno ha rifiutato di mettere a disposizione il
personale". Rissone non vuole aggiungere il nome dell'ospedale che ha rifiutato l'intervento: "Non voglio
fare polemiche", dice il direttore generale. Ma le strutture indiziate sono solo due: le Molinette e il
Mauriziano. "Non mi interessa puntare il dito contro questi o quelli - aggiunge Rissone - quel che manca
in questi casi è la mentalità dell'emergenza. Se i letti sono pieni o le sale operatorie
tutte in attività si ritiene normale rifiutare l'intervento invece di darsi da fare per trovare
una soluzione". Com'è accaduto lunedì sera quando dal san Giovanni Bosco è partita
l'équipe di medici a borda di una gazzella dei carabinieri. Venticinque minuti per raggiungere
Pinerolo a folle velocità. Poi l'intervento e un nuovo rifiuto. "Si trattava di ricoverare il
bambino in un reparto di rianimazione -racconta Rissone - ma il Regina Margherita ci ha detto di no. Ho
dovuto ordinate una barella pediatrica e far ricoverare il bambino presso il nostro ospedale. Per fortuna
tutto è andato tutto bene".
Ma lo sfogo del direttore generale è un pesante atto d'accusa contro i vertici della Regione:
"Adesso non ci si venga a dire che spendiamo troppo. Siamo all'avanguardia negli interventi di emergenza,
vengono dalla Cina a studiare i nostri metodi, interveniamo a tappare i buchi degli altri e poi minacciano
ritorsioni perché siamo in lieve deficit. Perché non trasferiscono a noi i miliardi dati
agli ospedali che non sono in grado di coprire le emergenze?".
Paolo Griseri
Torna all'elenco degli articoli