Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Repubblica del 10-12-2000
Il pullman giallo di "Can Go" è sempre presente nei punti più frequentati dai tossicodipendenti
Il Canguro anti-overdose
In un anno strappati alla morte 67 ragazzi
Si chiama "Can Go" ed è un pullman tutto dipinto di giallo fosforescente, con un grande canguro
disegnato sulla fiancata. Non si ferma davanti alle normali paline dei mezzi pubblici, ma nei punti della
città più frequentati dai tossicodipendenti. A bordo ci sono una mini-infermeria attrezzata
per la rianimazione, un punto di distribuzione di siringhe sterili in cambio di quelle usate, uno
sportello informativo collegato via computer con la rete torinese dei Servizi tossicodipendenze. Ora "Can
Go", un progetto dell'Azienda sanitaria locale 4 realizzato in collaborazione con l'Atm, compie un anno.
Nei primi nove mesi di attività ha funzionato solo nei quartieri 6 e 7, ovvero tra Barriera di
Milano, la Falchera, Porta Palazzo e Vanchiglia: ma ora, visti i buoni risultati e l'impatto non
traumatico con i cittadini, il pullman giallo gira per tutta la città. Un numero, prima di tutto:
quello dei ragazzi a cui "Can Go" ha salvato la vita in extremis. Sono 67, tutti strappati alla morte per
overdose, nell'infermeria del pullman, con un'iniezione di Narcan. A loro vanno aggiunti gli altri 289
tossicodipendenti in difficoltà, anche se non in pericolo di vita, che sono stati soccorsi. Ma
c'è un'altra funzione importantissima di "Can Go", ed è "agganciare" chi non si è
ancora rivolto ai Sert per tirarlo fuori dal sommerso e farlo entrare nel circuito del recupero.
Un anno sulla strada significa anche conoscere quasi una per una, le persone con problemi di droga. Non
solo maschi e italiani, ma anche donne e diversi stranieri.
Questi ultimi, tra l'altro, si dimostrano "più responsabili" dei tossicodipendenti nostrani, anche
perché molti di essi trovano nel "Can Go" una sorta di contatto sociale altrimenti negato: ben il
90 percento degli immigrati restituisce le siringhe usate mentre la percentuale degli italiani si limita
al 40. Strettamente collegata alla distribuzione delle siringhe c'è quella dei preservativi: lo
scopo è il medesimo, lottare contro la diffusione di Aids e altre malattie infettive. Eppure,
spiegano alla Asl 4, "è più facile convincere un tossicodipendente a prendere una siringa
sterile che un condom". In un anno ne sono stati distribuiti appena 8154, un'inezia rispetto alle quasi
centocinquantamila siringhe (144.965, per la precisione) fornite agli eroinomani: "La tossicodipendenza
viene percepita come un fattore di rischio per il contagio: la modifica del comportamento sessuale,
invece, è più difficile da realizzare, sia in chi ha problemi di droga, sia nella
popolazione in generale". Durante i dodici mesi di attività sono stati 41.813 i contatti tra i
tossicodipendenti e "Can Go". E per l'Asl 4 è già possibile tracciare un identikit
dell'utente-tipo: "Siamo per lo più in presenza di soggetti di sesso maschile intorno ai
trent'anni: la metà ha un lavoro regolare e sessanta su cento sono seguiti da un Servizio
tossicodipendenze. Usano prevalentemente eroina per via endovenosa che sovente alternano, o mescolano,
alla cocaina": si tratta del miscuglio, spesso micidiale, chiamato "cavallo" o "speedball". Su dieci
tossicodipendenti due sono donne: vivono meno dell'uomo "sulla strada" e, quando si rivolgono a "Can Go",
presentano "situazioni di dipendenza grave associata a prostituzione e condizioni di salute compromessa
da patologie varie". Domattina, in Prefettura, il direttore generale dell'Asl 4Giovanni Rissone, il
dottor Augusto Consoli e i loro collaboratori presenteranno il bilancio di "Can Go" alle
autorità.
Arturo Buzzolan
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