Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Repubblica del 25-08-1999
Dopo la richiesta di Don Sangalli
Ma "Torino Nord emergenza" si chiamerà anche Don Bosco
"Don Sangalli ha ragione. Il cambio del nome dell'ospedale deve tenere conto dell'esempio del santo al quale
è stato finora dedicato. Al nuovo nome "Torino-nord-emergenza", aggiungerò dunque "san
Giovanni Bosco"". Giovanni Rissone, direttore generale dell'Asl 4, ha aggiustato la rotta dopo l'intervento
polemico di don Gianni Sangalli, portavoce della Curia, che ha duramente criticato il cambio di nome
dell'ospedale di piazza Donatori di Sangue. Ma Rissone (torinese, e, soprattutto, ex allievo salesiano), ha
voluto fare di più per accontentare la parte di Torino "cattolica". Centoundici anni dopo la morte
del sacerdote chiamato "il piccolo papa di Torino", si torna a parlare di don Bosco. Il suo nome evoca gli
anni dei santi (come anche Cafasso, Cottolengo), che si sono calati nel contesto sociale della prima
rivoluzione industriale. Don Bosco, ha osservato don Sangalli, si dedicò alle emergenze di allora
(in particolare i ragazzi da sottrarre ai pericoli della città, all'avarizia dei padroni), e per
questo il suo nome era più che indicato per rappresentare un ospedale con la vocazione per
l'"emergenza" di oggi, rappresentata da traumi stradali, infortuni domestici e incidenti sul lavoro.
Rissone, ex allievo salesiano, ha accettato la lezione del "salesiano" don Sangalli. E così ha deciso
di modificare ulteriormente il futuro nome dell'ospedale. "Fino a oggi - ha spiegato il manager dell'Asl 4 -
il nosocomio era dedicato a "Giovanni Bosco", privato dell'aggettivo di "Santo", che non era stato voluto
dai miei predecessori molto attenti alla Torino laica". "Io, invece - ha aggiunto - chiamerò la
struttura "Torino-nord-emergenza, san Giovanni Bosco". In questo modo i laici si riferiranno alla prima
parte del nome, i cristiani cattolici alla seconda". Il colpo d'astuzia di Rissone (o di diplomazia per
coniugare l'anima laica della città con quella religiosa), è destinato, forse, a sollevare
altri commenti. E dunque il manager potrà pensare ad altri ritocchi. Il nome -ha detto Rissone -
dovrà identificare la nuova realtà della struttura. Non dobbiamo dimenticarci, tuttavia, che i
veri problemi non sono le insegne, ma quelli della sanità".
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