Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Stampa del 14-03-1999
Le cartelle cliniche della donna morta saranno inviate all'Istituto Superiore di Sanità.
Mucca pazza, stop all'autopsia "Esame troppo pericoloso"
Impossibile l'autopsia per la donna di 57 anni stroncata sei giorni fa all'ospedale Giovanni Bosco dal
morbo di Creutzfeld-Jakob. Secondo le disposizioni del procuratore aggiunto Raffaele Guariniello e
dell'assessore regionale alla Sanità, Antonio D'Ambrosio, la salma avrebbe dovuto essere
trasportata ieri mattina a Biella per l'esame necroscopico in una sala settoria attrezzata per le indagini
ad alto rischio di contagio. Ma la burocrazia e le conseguenze dei ritardi dei giorni scorsi (l'ospedale
torinese si è rifiutato subito di procedere all'esame necroscopico proprio a causa di questo
rischio) hanno bloccato la procedura; "Serviva l'autorizzazione dal servizio di Igiene pubblica per
trasferire la salma - spiega il dottor Giovanni Rissone, direttore generale dell'Asl 4 -, serviva una
cassa speciale per contenerla, era indispensabile una "preparazione" particolare del corpo conservato in
cella frigorifera per affrontare di nuovo la temperatura normale". E serviva, soprattutto quella sala
speciale, in grado di garantire il massimo della sicurezza al medico legate; il che, secondo il magistrato
torinese, non è garantito a Biella come in alcun ospedale piemontese. Troppi nullaosta, troppe
incertezze, per un sabato mattina. Si è pensato di rinviare l'esame necroscopico di altri due
giorni, fino a domani: "Ma a quel punto - precisa Rissone - sarebbe stato troppo tardi per un'analisi
affidabile". Quindi il procuratore aggiunto presso la pretura ha scelto un'altra strada: ha incaricato
della consulenza tecnica sulla morte della donna l'Istituto Superiore di Sanità a Roma, concedendo
nel frattempo il via libera ai funerali. La cerimonia fissata per martedì pomeriggio.
"Encefalopatia spongiforme", dice il referto dell'ospedale, consegnato in procura. Che cosa abbia
scatenato questo morbo dovrà a questo punto scoprirlo l'Istituto Superiore di Sanità, sulla
base non più del previsto esame dei tessuti cerebrali, ma dalle cartelle cliniche e dagli esiti
degli esami effettuati al Giovanni Bosco, durante il ricovero da gennaio a martedì scorso, quando
la donna era ancora in vita, e durante il coma profondo. È iniziato presto, ieri, il quinto giorno
di una vicenda per cui è stata persino chiesta consulenza medica a Roma. Per improvvisare una
soluzione-lampo ai nuovi ostacoli, i famigliari della donna, assieme al direttore sanitario dell'Asl 4,
Giulio Fornero, si sono recati in procura dal pm Guariniello. Incontro definitivo: "Non ci sono le
condizioni di sicurezza per il trasferimento e l'esame della salma", è stato il verdetto. Via
libera alle esequie. La parola passa all'Istituto Superiore di Sanità.
Marco Accossato, Nadia Bergamini
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