Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Stampa del 08-09-1998
Il direttore generale dell'Asl 4 aveva denunciato pressioni per le nomine. "Fate i concorsi per i primari".
L'Anpo denuncia: cento posti vacanti in Piemonte
"Condividiamo la necessità di ricoprire i posti vacanti, noi stessi abbiamo sollecitato le
autorità ad avviare i concorsi, ma se ci sono delle pressioni economiche per assegnarli chi sa deve
denunciare tutto alla magistratura", interviene così il presidente provinciale dell'Associazione
nazionale primari ospedalieri (Anpo), professor Adriano Ramello. Il presidente dell'Asl 4, Giovanni Rissone,
davanti all'assessore alla Sanità, D'Ambrosio, aveva denunciato "minacce e promesse" per le nomine dei
primari. Ieri il gruppo di Rifondazione ha presentato un'"interpellanza urgentissima" sul fatto. Ci sarebbero
state offerte per mezzo miliardo, quali sono gli episodi? a quando risalgono?, chiedono Chiezzi, Moro e
Simonetti. "Se qualcuno vuole darmi 500 milioni io cedo il posto", commenta ironicamente il professor Ramello.
È comprensibile, secondo il presidente dell'Anpo, che ci siano consigli in occasioni di nomine, ma sono
di natura tecnica, "quelli dei politici non dovrebbero esserci, temo che resteranno, se invece ci sono offerte
di denaro, queste vanno denunciate". Il professor Ramello rimpiange i tempi in cui si facevano i concorsi,
"erano più garantisti sotto l'aspetto della competenza tecnica" e ora - per legge - le scelte saranno
fatte da una commissione sulla base di colloqui e curricula. "Quel che conta - dice - è che i primari ci
siano". Sono cento i posti vacanti, con i casi più datati ad Alessandria e all'Asl 2. Anche Rissone
precisa quanto detto davanti all'assessore D'Ambrosio (e al presidente Ghigo): "È mio dovere
sottolineare - dice il responsabile dell'Asl 4 - che per migliorare la sanità bisogna puntare solo
sull'obiettivo della salute della persona per cui conta la professionalità, l'impegno, l'onestà, e
la capacità di lottare contro ostacoli a interessi contrastanti: non c'entra il carro o un partito". La
legge, per Rissone, attribuisce un potere decisionale al direttore generale che prima era diviso tra politici,
sindacati, Università etc, "che certo non demordono". Rispetto alla frase di simpatia verso D'Ambrosio
("a volte, ci sono compagni in An e camerati nel Pds"), riferisce che lui (non iscritto a partiti) voleva fare
una battuta e che non va dato un significato letterale a quell'espressione.
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