Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da L'Eco del Chisone del 18-03-1993
Un progetto presentato alla commissione CEE
Una task force fra le valli e Briançon sulla sanità
Un impegno per studiare i problemi comuni alla zona - L'ospedale di Briançon e la frangia di italiani utenti - C'è solo il rischio di credere che
Briançon non abbia nulla in comune con Pinerolo città (attenti al campanilismo provinciale)
Francesi e italiani di nuovo insieme, questa volta per affrontare i problemi sanitari specifici delle zone
montane. Questo, davvero per sommi capi, il contenuto del progetto presentato in febbraio alla Commissione Mista
della Cee, nel quadro del Programma Interreg., dalle Comunità Montane Val Pellice e Valli Chisone e
Germanasca (ma l'iniziativa resta aperta ad eventuali altri soggetti interessati) d'intesa col Centre
Hospitalier de Briançon, per il versante francese.
Perché dialogare di sanità proprio con Briançon? "In primo luogo perché ci troviamo in
un'area (quella degli Escartons) che, fino al trattato di Utrech del 1713, ha vissuto 700 anni di storia comune
e quindi di tradizioni, cultura, modi di vita comuni. E poi perché i problemi di Pragelato o Fenestrelle
sono quelli di Briançon e non quelli di Pinerolo ed è con i francesi che li dobbiamo affrontare" afferma
Alex Berton, ex direttore amministrativo dell'Ospedale Civile di Pinerolo.
In altri termini, l'area alpina, al di qua e al di là della frontiera, ha caratteristiche specifiche
anche in campo sanitario: una popolazione più anziana (gli ultrasessantenni costituiscono il 28% degli
abitanti contro il 20% previsto dall'OMS per il 2000), con pluripatologie e problemi di riabilitazione che
spesso richiedono interventi sanitari a domicilio e con reddito mediamente basso. Da non sottovalutare i
problemi logistici come la dispersione sul territorio e quelli legati alla viabilità che complicano i
rapporti tra l'utente e il servizio sanitario, soprattutto in casi di urgenza.
L'idea di fondo è realizzare un Osservatorio sanitario costituito da una task force di tecnici che
già operano sui due versanti "per affrontare la questione dello specifico di un'area come la nostra e
giungere alla creazione di una Ussl alpina", precisa dott. Giovanni Rissone coordinatore dell'Unità
Sanitaria della Val Pellice e promotore del progetto. Si tratta vi confrontare esperienze diverse a livello di
metodologie, organizzazione e tipi di rapporto di lavoro, per migliorare la conoscenza reciproca sui problemi
(sanitari) di chi in montagna vive e formulare proposte operative.
"Lo studio è centrato sui bisogni della persona, non sui servizi, perché questa e la condizione di
qualunque discorso sulla montagna". Sembrerebbe ovvio: se non c'è gente è inutile parlare di
montagna. Eppure la tendenza ad accentrare i servizi sottraendoli al territorio (vedi Catasto od Ufficio di
collocamento) non fa che incentivare lo spopolamento, trasformando la montagna in un polmone verde per i
turisti.
"Perfino i Carabinieri (di Fenestrelle) fanno ormai orario di ufficio: fuori orario ci si deve rivolgere a
Pinerolo aggiunge Berton -. Un tempo Pragelato aveva un'ostetrica, un medico condotto e un'infermiera
domiciliare. Oggi c'è un medico 4 giorni su 7 (per un totale di 4 ore settimanali) mercoledì sabato
e domenica l'assistenza è scoperta. E le visite vanno prenotate prima delle 8 del mattino".
Anche per questo da Fenestrelle in su ci si rivolge sempre più spesso a Briançon. "Ormai è una
pratica comune richiedere una visita ai medici d'oltralpe, o recarsi in Francia dal dentista. Costi e tempi di
attesa sono decisamente inferiori: per una visita specialistica si prende appuntamento telefonica mente e si
spendono 140 franchi, meno di quanto si spenderebbe per il ticket. E poi si è trattati meglio".
Berton non discute la professionalità dei medici italiani, ma il tipo di rapporto tra questi e i loro
utenti. E su questo punto la "vis polemica" si accende. "In Italia si sono volute quantificare nel dettaglio
tutte le prestazioni e si è persa di vista la professione medico nella sua globalità: il medico
di base è diventato un funzionario, un prescrittore di ricette, che prende i soldi anche se i suoi
mutuati si rivolgono altrove; in Francia ognuno va da chi preferisce, lo paga, e poi chiede il rimborso.
Ed allora questi diventa veramente il medico di fiducia, il confidente. Invece in Italia c'è si la
possibilità di scegliere il proprio medico ma siccome questo ha solo l'obbligo di risiedere nell'ambito
del distretto e non là dove ha gli utenti, i comuni più disagiati non avranno mai un medico.
L'errore è stato di distrettualizzare la medicina di base. In Francia il paziente è un cliente da
soddisfare, in Italia è un numero", conclude Berton.
Non per nulla il 5% degli ospiti del Centre Hospitalier de Briançon sono italiani. Mentre la percentuale
raddoppia quando si tratta di visite mediche. Qual è il paziente italiano tipo dell'ospedale di Briançon?
È donna (59 casi su 100), giovane (il 67% ha meno di 49 anni), con reddito relativamente modesto
(la fascia sociale più rappresentata è impiegata nel terziario).
Infine, non tutti sanno che per patologie di un certo tipo o interventi che in Italia non possono essere
eseguiti o che richiederebbero tempi di attesa troppo lunghi, c'è la possibilità di rivolgersi ad
ospedali stranieri a spese del nostro Ministero della Sanità. È necessario rivolgersi alla propria
Ussl con la richiesta dello specialista e l'apposita documentazione che poi verrà inoltrata alla
Commissione regionale cui spetta decidere in merito. Se la risposta sarà favorevole, il paziente
potrà recarsi in un ospedale straniero, con il modello E 112 dell'Ussl, a farsi curare a spese del nostro
Ministero degli Esteri.
"La procedura in se è semplice, ma le concessioni sono motto limitate", precisa Rissone per evitare
troppe illusioni. Per le prestazioni d'urgenza, c'è la possibilità di avvalersi del modello E 111
che dà diritto a tutti i cittadini di stati membri della Cee di ottenere la stessa assistenza sanitaria
garantita agli abitanti del paese in cui vengono a trovarsi per turismo a lavoro.
Lucia Sorbino
Pazienti italiani all'ospedale di Briançon |
| 1989 | 1990 | 1991 | 1992 |
N. italiani | 232 | 456 | 476 | 518 |
su un totale di | 9.705 | 10.160 | 11.356 | 11.664 |
Percentuale | 2,39% | 4,48% | 4,19% | 4,44% |
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