Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Stampa del 19-02-1993
Accordo vicino fra l'Usl 43 e l'ospedale di Briançon
Sanità senza frontiere. La Valpellice ci prova
Anche la sanità comincia a guardare al di là delle Alpi. L'Usl Val Pellice ha mosso i primi passi
verso un progetto di cooperazione italo-francese in campo sanitario. Interlocutori iniziali, l'Usl Val Chisone e
gli Ospedali Valdesi da una parte, e, sul versante transalpino, il centro ospedaliero di Briançon (345 posti
letto e il 5 per cento di utenza italiana) con il dipartimento di assistenza sanitaria.
"A giorni ratificheremo la convenzione con i francesi che poi presenteremo alla Cee" dice il commissario
straordinario dell'Usl 43, Laura Serra. "Studiare le strutture e scambiare conoscenze è determinante"
dice l'assessore provinciale Claudio Bonansea, membro della commissione mista transfrontaliera. "Comunque vadano
le cose, quel che conta è aver aperto una strada nuova - interviene l'eurodeputato Rinaldo Bontempi -:
l'originalità dell'idea fa perno sull'integrazione dei servizi e si differenzia dagli interventi
comunitari finora tentati, quasi tutti su base economica".
Lo spunto parte dalla tutela di una popolazione alpina che già convive con problemi logistici accentuati
da condizioni meteorologiche stagionali sfavorevoli, dalla dispersione abitativa, dall'appartenenza ad una
fascia d'età con picchi del 28 per cento di ultrasessantenni e con reddito basso (in zona, un cittadino
su 4 fruisce dell'esenzione dal ticket sanitario per ragioni di reddito). Oltretutto, la Val Pellice e la Val
Chisone sono le uniche due aree alpine piemontesi con il territorio della Comunità Montana coincidente
con quello dell'Unità socio sanitaria.
"Finora non era mai stato avviato un confronto con chi dall'altra parte della montagna affronta gli stessi
problemi", rileva Giovanni Rissone, coordinatore sanitario della Usl Val Pellice. "Bisogna istituire un
osservatorio sanitario italo-francese con una "task force" costituita da chi opera nella Sanità sui due
versanti per arrivare ad un'integrazione operativa". Di là delle Alpi gli fa eco Guy Vartanian, direttore
generale dell'ospedale di Briançon: "In una zona frontaliera è importante mettere in comune esperienze e
mezzi".
[a. tav.]
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