Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Stampa del 31-12-1987
Torino-Pinerolo, un bilancio da meditare, mentre si discute sul futuro
Strada che costa 40 vite l'anno
Da gennaio allo scorso novembre quasi 500 incidenti, oltre mille feriti - Gli indennizzi per vittime, ricoveri ospedalieri (degenze medie di 20 giorni),
riparazione veicoli e assicurazioni portano a un passivo di circa 10 miliardi - La Regione: "Non costa meno una rete viaria più moderna?"
Mentre si discute (senza decidere) se è meglio ampliare le due statali che congiungono Torino a Pinerolo
oppure se vale la pena di costruire ex novo una strada alternativa, e si progettano circonvallazioni per ridurre
pressione del traffico nella viabilità, a monte di Pinerolo, c'è un dato certo su cui riflettere:
ogni anno, il costo complessivo dell'attuale rete viaria si aggira intorno ai dieci miliardi.
I conti li ha fatti con rabbia e pignoleria il dottor Giovanni Rissone, coordinare sanitario della
comunità montana Val Pellice.
Rabbia perché si domanda "vale la pena di tirare su i bambini con i denti a posto, insegnare agli adulti
come restare sani per poi trovarseli morti in uno dei tanti incidenti". "Stiamo assistendo a un massacro -
ammonisce - ma sembra che nessuno se ne renda conto".
La pignoleria sta nei numeri con i quali Rissone documenta la relazione inviata presidente dell'Usl: da gennaio
a fine novembre, gli incidenti, 40 morti, 1018 feriti. In media, più di tre feriti il giorno e un morto
la settimana.
I maggiori pericoli. Le statali Torino-Pinerolo e le strade del Pinerolese assorbono circa il 65 per
cento dei feriti e dei morti, le strade della Val Pellice il 25 per cento e quella della Val Chisone circa il 10
per cento. Insomma in pianura si muore più.
I "punti neri". Sono segnati anche nelle mappe nazionali: Airasca, Pinerolo, bivio di Cumiana,
Bricherasio, Porte, Luserna San Giovanni, Vigone, Frossasco, Villar Perosa, Cercenasco, None, Riva, Cavour,
Piscina.
I costi. Spiega Rissone: "Li ho indicati non per cinismo, ma perché l'aspetto economico è un
problema reale, che deve essere valutato come costo del non cambiamento della situazione".
Le voci del "passivo". Morti: l'indennizzo medio è di 130 milioni per vittima; totale: 5 miliardi e
200 milioni. Feriti: contando soltanto i ricoveri per una degenza media di 20 giorni sono 5720 giornate pari a
lire un miliardo. Riparazione dei veicoli: stando ai dati Isvap (istituto per la vigilanza sulle assicurazioni
private) il costo medio per riparare un'auto è di 1.300.000 lire, quindi il totale supera il miliardo e
227 milioni.
In tutto, 7 miliardi e mezzo a cui vanno aggiunti il costo di 705 interventi ospedalieri per feriti non
ricoverati, ma curati, i servizi di soccorso, i sussidi per gli orfani e i danneggiati, i costi delle
invalidità permanenti, degli interventi sanitari e riabilitativi dovuti a danni traumatologici, le assenze
dal lavoro, le spese amministrative.
Il totale. I dieci miliardi di cui scriviamo all'inizio sembrano addirittura "stretti". Dieci miliardi per
dieci anni fanno cento miliardi: la spesa con cui si potrebbero raddoppiare le Statali "23" e "589", oppure
costruire una nuova "direttissima" tra Torino e Pinerolo.
Le vittime. Ancora qualche cenno statistico: la fascia di persone più colpite dagli incidenti ha
età compresa tra i 18 ed i 40 anni.
Il quale aggiunge: "Proiettando i dati raccolti nei dieci anni passati si può calcolare con approssimazione
certa che vi sono stati sulle strade in questione circa 400 morti e 10 mila feriti. Di fronte ad una casistica
così impressionante non riesco a capire come mai un ospedale come quello di Pinerolo non sia ancora stato
dotato di un reparto rianimazione, che non esista un servizio di coordinamento per le urgenze, che non vi siano
ambulanze dotate di farmaci ed apparecchi per l'emergenza. E che politici siano tanto insensibili da non
affrontare seriamente il nodo delle strade di collegamento tra due poli ad alta pendolarità".
Gli ostacoli. Sappiamo quali sono gli ostacoli che impediscono di chiudere un problema sul tappeto da
troppi anni: proprietari di fertili terreni si oppongono all'alternativa della "direttissima" perché temono
una perdita secca di ricchezza immobiliare; alcune forze politiche, specialmente il pci, puntano sul raddoppio
delle Statali il cui costo sembrerebbe superiore alla costruzione di una nuova strada (senza contare l'allungamento
dei tempi per progettazioni tutte da fare, comprendenti numerose varianti in prossimità, di aree
urbanizzate).
Nel frattempo, gli incidenti stradali aumentano di pari passo con l'incremento del traffico (in un anno il tasso
di crescita è stato del 10 per cento). Non ha torto l'assessore regionale Eugenio Maccari, pinerolese, a
commentare: "Se niente si muove, gli unici a trarne profitto saranno i gestori di pompe funebri e chi produce
casse da morto".
Pier Paolo Benedetto
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