Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Stampa del 21-10-1987
Concluso in Regione il convegno promosso dai Verdi civici
Psichiatria, voglia di riforma
Nei due giorni di dibattito numerose critiche all'applicazione della legge 180 - Un operatore: "Basta con le
risse e le sterili contrapposizioni ideologiche, ora bisogna confrontarsi"
Sullo scenario della psichiatria passa di tutto: il malato di mente, il bambino con problemi di adattamento,
l'anziano destinato al parcheggio. Il circuito della sofferenza è ben ampio e incerto lo spettro di quella
che comunemente viene definita malattia mentale.
Proprio per contenere entro limiti sopportabili il circuito emarginante, venne sfornata a tamburo battente la
"180", che trasferiva fuori dal manicomio e dalle istituzioni in genere i destinati al ricovero senza, limiti di
tempo. Buone le intenzioni e nessuno, nemmeno oggi, lo nega. Purtroppo la legge che apriva le porte degli
istituti-lager ha trovato scarsa, e in certi cast pessima, applicazione. Queste le cose emerse negli interventi
ascoltati nei due giorni del convegno svoltosi nella sede del Consiglio regionale, su iniziativa della "Lista
verde civica".
Un convegno accompagnato da polemiche anche feroci che tuttavia ha un merito, tra gli altri: quello di aver
riportato la questione psichiatria in primo piano. Tant'è che nei prossimi giorni e mesi il tema
sarà ripreso e approfondito perché in modo palese o a mezza voce sono in molti a desiderare che si
riformi la riforma, ossia la stracitata "180". Il convegno, che ha avuto l'appoggio anche di rappresentanti di
altre forze politiche e di personalità distanti dalla politica, è stato "letto" da alcuni in
negativo: come un tentativo di far passare linee di restaurazione manicomiale o una manovra di potere
addirittura in filigrana massonica. Quale il vero segnale? L'ha colto un esponente di Psichiatria Democratica,
Gianni Rissone, che in Val Pellice sta lavorando con serietà: "Basta con le risse e le sterili
contrapposizioni ideologiche. Tanti come me hanno accumulato un patrimonio di esperienze positive: lo difendiamo
e siamo disposti a confrontarci seriamente, al di sopra delle polemiche".
Una dichiarazione di resa? Se così venisse intesa allora dovremmo riparlare davvero di "manicheismo
psichiatrico". Gli interventi di ieri hanno fatto il punto su alcuni temi di fondo: la psichiatria non è
una scienza esatta e richiede una riflessione globale; la malattia di mente non è un'astrazione; la
mancanza di strutture è palese, e le storie ascoltate, di abbandoni e di rabbie, lo confermano: non si
spiegherebbe altrimenti perché migliaia di famiglie sostengono l'Associazione malati psichici gravi o
l'Associazione per la riforma dell'assistenza psichiatrica (Annarosa Andretta e Maria Luisa Zardini, esponenti
del rispettivi sodalizi, hanno dato un autorevole contributo al dibattito).
Ne si spiegherebbe perché una giovane psicologa, Sara Randaccio, che si interessa di minori disadattati a
Mirafiori Sud debba lamentarsi della totale mancanza di coordinamento dei servizi psichiatrici o Vittoria
Colonna debba lanciare un accorato appello perché gli anziani non siano abbandonati a loro stessi.
Pier Paolo Benedetto
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