Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da Il Pellice del 01-04-1987
Una lettera del Coordinatore Sanitario U.S.S.L. 43
Coprire i fatti o cercare la verità?
In merito ad un articolo pubblicato sullo scorso numero sul difficile momento attraversato da Medici ed Usl
Dal dott. Giovanni Rissone riceviamo e Pubblichiamo:
La lettura dell'articolo del "Pellice": "Certi articoli non fanno bene alla sanità" mi ha amareggiato
profondamente; gente che dice di volere la verità e la responsabilità da poi di fatto invece un
palese esempio contrario usando un giornale per insultare, falsificare i fatti, promuovere lo scontro più
che un serio confronto e informazione su programmi, piani per superare situazioni oggettivamente negative.
Non capisco inoltre, e questo è l'aspetto che mi amareggia di più, perché bisogna esprimere
le proprie opinioni nascondendosi dietro uno pseudonimo ("Dott. Orso"). Questo impedisce proprio il confronto
eventualmente possibile.
La verità si può certo tacere, ma è necessario conoscerla se si vuole migliorare o cambiare
le situazioni negative o dannose.
Al di là di caratteri di illegittimità, il falsificare i fatti è un grave ostacolo per il
miglioramento delle risposte per la salute e favorisce il perpetuarsi di errori, comportamenti, scelte dannose.
Mi sento di ribadirlo avendo lavorato per attuare la Prevenzione, le indagini epidemiologiche ad essa necessaria,
per avere gli strumenti finanziari, di personale capace, le strutture adeguate, penso al Poliambulatorio
Mauriziano, all'Ospedale Valdese, alle prevenzioni in atto (denti, ipertensione, controlli mirati), alla nuova
professionalità e metodologia di integrazione Socio-sanitaria avviata in Val Pellice pur con tutti i
problemi esistenti come affermato al Convegno Nazionale di Dicembre a Torre Pellice.
Ci sono delle risposte, soluzioni che devono e possono essere ricercate, costruite nell'ambito della propria
U.S.S.L., altre che superano tali confini e richiedono un collegamento ed un'azione coordinata con altre
U.S.S.L. o livelli ancora più alti. La popolazione della nostra U.S.S.L. ha bisogno per esempio, per
problemi che necessitino ricovero ospedaliero, per le discipline non esistenti e non configurabili per la nostra
struttura Ospedaliera, di risposte in altre U.S.S.L.
L'Ospedale Agnelli di Pinerolo è uno di questi riferimenti ed è ovvio che siamo interessati che si
diano le risposte più efficienti ed efficaci alla popolazione.
Il D.E.A. (ex Pronto Soccorso) è la cartina tornasole di quello che succede nell'Ospedale e fuori di
esso.
Considerando queste due situazioni, interna ed esterna, in cui operare, necessario non falsificare fatti,
responsabilità: per tutelare oltre che la salute del cittadini anche quella di amministratori e tecnici
che si sono impegnati seriamente e che si impegnano nonostante tutte le varie difficoltà burocratiche,
scientifiche, di personale, metodologiche.
Difendere sempre, comunque, i Medici per esempio, danneggia, quando non è giusto, gli altri che operano
correttamente e nel rispetto della persona.
Nello specifico al di là degli atti dovuti nei confronti della Magistratura per le responsabilità
di un Coordinatore Sanitario, perché nell'articolo "firmato Dott. Orso" è stato detto il falso?
Non è vero che la frattura della seconda vertebra cervicale in una paziente dell'U.S.S.L. 43, causata da
un volo di 3-4 metri in aria con la sua auto, non fosse visibile con i mezzi diagnostici in uso all'Agnelli e
che solo ulteriori esami fatti alla Clinica Maxillo-facciale evidenziarono la frattura.
Lo specialista ortopedico delle Molinette intervenne immediatamente, immobilizzando la colonna cervicale,
basandosi unicamente sulla sua lettura delle lastre fatte all'Agnelli.
Oltre la frattura dell'apofisi della seconda vertebra cervicale, frattura che stava raggiungendo il corpo
vertebrate, vi era una lussazione della seconda vertebra sulla terza, oltre ovviamente le due fratture
mandibolari riconosciute all'Agnelli.
La paziente ha fatto un viaggio in ambulanza senza essere stata immobilizzata ed assistita.
Va bene così? Desidero contribuire perché il Pronto Soccorso funzioni come potrebbe, affrontando i
problemi interni ed esterni.
Fatti ce ne sono già nella nostra U.S.S.L. in questo senso. Volontà di costruire a livello tecnico
e politico anche.
Espliciteremo meglio le richieste nelle dovute sedi per gli impegni da assumere e garantire anche
reciprocamente.
A partire dall'esigenza di un primario valido per la rianimazione, rianimazione che dovrebbe finalmente esserci
e non dover, come si dice, "correre a Monza con una 500".
Il Coordinatore Sanitario U.S.S.L. 43
Rissone Dott. Giovanni
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