GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
English - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza   中文 - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
Giovanni Rissone su Facebook  Giovanni Rissone su Twitter  Giovanni Rissone su You Tube  Giovanni Rissone su LinkedIn
Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone

da L'Eco del Chisone del 18-12-1986

Presente anche il ministro Donat Cattin

Tre giorni a Torre Pellice per convertirsi alla salute

Un convegno per cambiare mentalità e metodi nel fare e dare salute - Un confronto molto vivo con esperti di varia estrazione - La medicina non è solo la chimica e non può essere praticata a schemi chiusi - Il Convegno polemizza con certi interessi economici che sfruttano la malattia per far soldi

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) Con il Convegno nazionale dal tema "Obiettivo far salute", tenutosi a Torre Pellice l'11, 12 e 13 dicembre e, organizzato dall'Ussl 43, si è cercato di dare nuove risposte e nuovi indirizzi nella cura della malattia e nella ricerca e tutela della salute. "Il convegno è nato proprio dall'esigenza di aprire un dibattito culturale ed un confronto, nel tentativo, già portato avanti in alcune Ussl, di cambiare metodi e modi di dare e fare salute - ci spiega Giovanni Rissone, coordinatore sanitario dell'Usl 43 -. Ormai il concetto di salute non è più un problema solamente medico, ma di tutti, e neanche più il curare è legato alla capacità di dare degli interventi, ma piuttosto l'offerta di soluzioni più idonee".
E infatti nel convegno, al quale hanno partecipato, fra gli altri, il pastore Taccia, mons. Nervo, della Cei, don Ciotti, del Gruppo Abele, Santanera, del Coordinamento Sanità ed Assistenza dei Movimenti di base di Torino, Barbano, ordinario di sociologia all'Università di Torino, Renga, direttore della Scuola di specializzazione di Igiene e Medicina preventiva dell'Università di Torino, la senatrice Ongaro Basaglia, membro della commissione "Health Promotion" dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, si è cercato di aprire questo confronto, non risparmiando l'autocritica sul modo di operare e dare spazio e agli indirizzi migliori per riconsiderare il malato una persona e non un insieme di sintomi.
Dall'incontro, portato avanti con molta modestia e senza la presunzione e i fasti che solitamente abitano queste assise, è venuta fuori in crescendo la volontà di tutti i partecipanti ad esporsi personalmente in questo progetto di nuove e più profonde metodologie. Una volontà che supera i tre giorni di dibattiti. Infatti, la Commissione scientifica del Convegno ha deciso di istituire una segreteria generale permanente per far salute, con sede a Torre Pellice e con l'intento di promuovere iniziative necessarie alla prevenzione e alla tutela della salute per la persona, sia con l'informazione ed il coinvolgimento della popolazione, sia con l'integrazione e la collaborazione fra i diversi operatori sanitari. I primi risultati della segreteria saranno resi noti in un seminario pubblico il prossimo anno.
L'ampio dibattito ha permesso di evidenziare problemi, che anche se sono già avvertiti, raramente diventano coscienti e quindi suscettibili di una soluzione. Primo fra tutti l'impellente necessità di ricomporre la globalità del malato o di chi ha bisogno di sentirsi tale. Per far ciò, si è detto, bisogna lottare contro lo spezzettamento dell'uomo, ridotto, da una visione estremamente tecnicistica, ad un insieme di organi e ossa, combattere la burocrazia, che anche nel settore sanitario sta ormai ritardando ogni possibilità di intervento.
Altro grave handicap da superare è la visione a settori chiusi che oggigiorno impera nella professione sanitaria. Un infarto, per esempio, viene seguito attentamente dal cardiologo, ma molto poco dal neurologo o dallo psicologo, pur sapendo bene quanto incidano le condizioni di vita e psicologiche su questo tipo di problemi. Ecco, che le risposte che questi operatori vogliono offrire alla persona stanno alla base dell' esistenza umana. Cerchiamo dunque di capire le condizioni che hanno permesso l'instaurarsi e lo svilupparsi di un determinato malessere e non limitiamoci a curare il sintomo; contribuiamo alla ricerca di superamento delle condizioni negative suggerendo percorsi di salute attraverso stili di vita utili ad essa, e non soltanto accettando le deleghe che i malati porgono a noi medici: questi, sinteticamente, sono due dei maggiori contenuti scaturiti dal Convegno. Ed era anche ben chiaro che questi progetti troveranno parecchi ostacoli. Primo fra tutti gli enormi interessi economici in gioco, che vedono nel malato la risorsa principale del loro sviluppo e consolidamento, e che tutto hanno da guadagnare nell'istituzionalizzazione della malattia. Situazione che porta poi a gravi conseguenze, come il consumismo disinvolto che si fa dei farmaci, o la prevaricazione della logica dello sviluppo e del profitto sul reale progresso scientifico.
"Non sarà semplicissimo lavorare secondo le direzioni prese nel Convegno - avverte Rissone - ma siamo fiduciosi, e questa fiducia ci viene anche data dall'intervento del Ministro alla Sanità Donat Cattin, che si è dimostrato coinvolto dall'importanza di questa nostra iniziativa". Un altro buon auspicio all' iniziativa si è avuto dall'interessamento dei giovani, infatti, la gestione del Cinema Trento, teatro del Convegno, è stata tenuta efficientemente da Spazio Giovani Torre Pellice.
Sofia D'Agostino

Torna all'elenco degli articoli