GIOVANNIRISSONE
PSICHIATRA
MANAGER DELLA SANITÀ PUBBLICA E DELL'EMERGENZA
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Giovanni Rissone - Manager della sanità pubblica e dell'emergenza
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Giovanni Rissone - Una vita da matto vestito da dottore

Rassegna stampa su Giovanni Rissone


da La Repubblica del 24-08-1999

La struttura coprirà le urgenze. Il nuovo eliporto dedicato a Pasquale Cavaliere

Nasce il "Nord emergenza"

L'ospedale Giovanni Bosco cambierà nome

Clicca per scaricare l'articolo originale (formato pdf) Cambierà nome l'ospedale Giovanni Bosco, ex Astanteria Martini, ex San Giovanni Battista. Il nosocomio si chiamerà "Torino-nord-emergenza". Ed è già polemica. Per don Gianni Sangalli, salesiano e portavoce della Curia, "possono cambiare il nome, la gente continuerà comunque a dire "andiamo at San Giovanni Bosco"". Ma perché il manager dell' Asl 4 Giovanni Rissone ha deciso di non dedicare più al santo più amato dai torinesi -ma non solo - la struttura sanitaria di piazzale Donatori di Sangue, ex Largo Gottardo?
Il nuovo nome esprimerà la vocazione che la struttura avrà nel Duemila. "Il nosocomio - ha spiegato Rissone - dovrà far fronte all'emergenza di tutto il nord del Torinese, una zona che arriva fino a Settimo con una popolazione di mezzo milione di persone. Nella nostra struttura saremo in grado di effettuare tutte le prestazioni della emergenza di "prima ora", come si vede nella serie televisiva "E.R.". Ecco, anche qui i nostri medici dovranno essere di "frontiera", in grado di prestare al traumatizzato tutti gli interventi salvavita. Oggi chi arriva con l'infarto, o ferito alla testa in un incidente stradale, in un infortunio domestico o sul lavoro, deve perdere minuti preziosi per raggiungere centri specializzati. Domani questi pericolosi ritardi, che possono pregiudicare la guarigione, non ci saranno più perché faremo tutto all'ospedale "Torino-nord-emergenza"".
Il cambio di nome ("Basta una delibera", sostiene Rissone), non avverrà certo senza polemiche. La prima doglianza è già arrivata da don Gianni Sangalli. "Premetto - ha detto - che non ho ancora avuto notizie ufficiali. Ma dico subito che, come sacerdote e come salesiano, mi dispiace moltissimo. La nuova destinazione dell'ospedale, tutta rivolta all'emergenza, per conto mio avrebbe potuto confermare l'attuale nome. Se c'è qualcuno, infatti, che ha lavorato per l'emergenza è stato proprio don Bosco. Per lui l'emergenza era rappresentata dalla povertà, dall'educazione dei giovani e dall'assistenza di tutti i sofferenti. Poteva essere significativo conservare il nome del Santo che oltretutto molto amato dalla città, oltre ad essere punto di riferimento di una azione sociale che è stata riconosciuta da tutti".
Rissone, da buon torinese, sa bene queste cose. E così ha deciso, per il momento, di non sradicare l'enorme insegna al neon col nome del santo che campeggia sul tetto del nosocomio il cui impianto costa, qualche anno fa, più di cento milioni.
"È troppo costoso rimuovere quella scritta - ha spiegato - mi limiterò, per il momento, a non illuminarla più. I riflettori saranno accesi sul nuovo nome che sarà posizionato in bella vista all'ingresso dell'ospedale". Chi vorrà (magra consolazione), potrà dunque continuare a guardare l'originale nome privato della luce.
Per il manager dell'Asl 4, l'emergenza, anche in vista delle Olimpiadi invernali del 2006, è un idea fissa. Rissone vuole che il futuro "Torino-nord-emergenza" diventi la Sanità delle Olimpiadi, contendendo tale primato alle Molinette e al Cto. Per raggiungere questo ambizioso scopo, il direttore generale ha ottenuto i permessi per costruire, in una zona marginale del parco dell'Arrivore, un eliporto sul quale gli elicotteri dell'emergenza (ma non solo), potranno atterrare per tutto arco della giornata.
"Dedicherò l'eliporto a Pasquale Cavaliere - ha annunciate Rissone perché fu proprio lui ad aiutarmi ad ottenere i permessi, lottando contro chi non voleva la pista di atterraggio temendo che i velivoli disturbassero l'airone cinerino".
Alberto Custodero

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