Rassegna stampa su Giovanni Rissone
da La Repubblica del 08-03-1990
Prende il via allo Juvarra la rassegna "Follia a teatro"
Spunta dietro al sipario la passione della mente
Si comincia stasera con "La doppia vita di Anna O." Il contributo negato dell'assessorato alla Sanità
Il progetto "Follia a teatro" prende il via questa sera al teatro Juvarra con La doppia vita di Anna 0.
della cooperativa Tne di Bologna, spettacolo scritto e diretto da Luigi Gozzi e ispirato a un caso psicanalitico
irrisolto. La proposta viene dalla compagnia Granserraglio, e nasce da un'idea della sua presidente, Gianna
Franco, grande appassionata delle tematiche psicanalitiche e dei nessi che legano il teatro con quelle che Freud
definiva "le passioni della mente".
Le tecniche di concentrazione, di immedesimazione e di finzione che si esprimono nei seminari teatrali attoriali,
si legge nella presentazione del progetto, sono oggi utilizzate sia in psichiatria che in psicanalisi
poiché consentono risultati terapeutici di grande interesse nel percorso di riappropriazione dell'io
disturbato. E non è un caso che il maggior esponente della psicanalisi italiana, Cesare Musatti, abbia
scritto per il teatro tre lavori ispirati a problematiche psicanalitiche. Una conferma di come il fatto teatrale
possa riprodurre nel rapporto attore-spettatore condizioni simili ai meccanismi che regolano il rapporto tra
analista e paziente. "Follia a teatro" si presenta in forma ridotta rispetto alle ambizioni iniziali. Infatti
è venuto a mancare, a poche settimane dall'inizio, un concreto contributo economico da parte
dell'Assessorato per la Sanità della Regione Piemonte. Questo spiega l'assenza del gruppo Stalker, che da
molti anni agisce all'interno degli ex Ospedali Psichiatrici di Collegno e di Grugliasco, una vera
autorità in materia dei rapporti tra teatro e malattia mentale, tra "diversi" e "normali". Mancherà
anche Michele di Mauro, che insieme al regista milanese Roberto Petrolini avrebbe dovuto coordinare un seminario
della durata di alcuni mesi da cui sarebbe poi nato uno spettacolo. Resta immutata tuttavia la struttura portante
del progetto: tre spettacoli e altrettanti dibattiti ai quali parteciperanno numerosi esponenti delle varie
tendenze e scuole che compongono il variegato mondo della psicanalisi, della psichiatria e della psicoterapia.
Dopo La doppia vita di Anna 0., in scena fino all'11, sarà riproposto Ella di Herbert
Achternbush, produzione '89 del Granserraglio per la regia di Richi Ferrero. E infine, solo per un giorno, il 27
marzo, sarà presentato Nemico mio -anagramma di manicomio- di e con Dario D'Ambrosi. Autore e
attore molto stimato e rappresentato negli Stati Uniti, fondatore del "Teatro Patologico", D'Ambrosi sostiene
che esistono strettissime parentele fra il malato di mente e l'attore, affetti entrambi da un'identica
schizofrenia che confonde il piano di realtà e irrealtà, costringendo gli uni e gli altri a
identità irreali e immaginarie. Tra i partecipanti ai dibattiti che seguiranno ogni prima, Nico
Casagrande, uno dei sei componenti del gruppo di Basaglia; Pier Maria Furlan, che rappresenta invece la
psichiatria tradizionale; Giovanni Rissone, vice-presidente di "Psichiatria democratica"; Roberto Beneduce,
esponente della scuola napoletana; Paolo Henry ed Eugenio Calvi, presidente dell'albo degli psicologi
recentemente fondato in Italia.
Claudia Apostolo
Quando il palcoscenico diventa un laboratorio
La doppia vita di Anna 0., Ella e l'uomo di Nemico mio che saluta tutti prima di una sua
impossibile e onirica gita al mare, saranno l'occasione di un incontro-dibattito che si svolgerà al
termine di ogni debutto delle tre piéces.
"Sul palcoscenico - spiega Gianna Franco, presidente del Granserraglio - compariranno i protagonisti di quel
teatro che è anche la follia: psicanalisti, psichiatri, psicologi per confrontarsi col pubblico. Il teatro
è inteso come esempio, testimonianza, indispensabile laboratorio d'analisi e lente d'ingrandimento delle
ragioni della follia".
"Mettiamo in scena l'affannoso e tragico regno del disagio mentale in un complesso disegno che va dagli aspetti
di schizofrenia, alle varie forme di nevrosi ed isteria, alla terapia mancata".
"Crediamo quindi - aggiunge Gianna Franco - che il nostro lavoro teatrale possa essere messo a disposizione del
pubblico e che, tramite la presenza di operatori specifici nel cameo delle malattie mentali, si possa condurre
quel confronto che è contributo all'approfondimento del problema. Ciascuna rappresentazione, dunque,
sarà argomento di studio sui differenti metodi terapeutici. Registi, attori, pubblico e "addetti ai
lavori" saranno coinvolti in questo teatro-verità. Non per nulla il dibattiti hanno un unico tema:
"Follia e verità"".
"Il fatto teatrale - prosegue Gianni Franco - riproduce nel rapporto attore-spettatore condizioni simili ai
meccanismi tipici del rapporto analista-paziente".
Agli spettacoli che proseguiranno a sipario chiuso partecipano, fra gli altri, Nico Casagrande, Paolo Henry,
Pier Maria Furlan, Giovanni Rissone, Roberto Beneduce, Antonio Avagnina, Giovanni Callegari, Eugenio Calvi,
Giovanni Castaldi, Giancarlo Ricci, Valeria La Via e Riccardo Vasconi.
R. P.
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